One of Them

Questo post è stato scritto stanotte…vi avviso prima di leggere, così perdonerete le possibili incongruenze presenti.
^-^
C’è troppo caldo, non si riesce a dormire e il letto vuoto di certo non invoglia.
Avere un marito che viaggia ha però anche i suoi vantaggi.
Posso restare alzata di notte a chiacchierare, pensare, riflettere, fumare senza dover dare conto a nessuno dei miei orari impossibili.
Io amo sopra ogni cosa essere libera, chi mi conosce lo sa.
Mio marito sa che il modo migliore per tenermi legata è lasciare aperti i miei spazi, senza costrizioni.
Sto amando anche questo blog che mi consente di dire le cose che voglio, nel modo che più preferisco.
Con un racconto, a volte. Ma decido io quando scrivere uno dei miei racconti.
Sono sempre io a decidere se comunicarvi la mia tristezza…o la mia felicità.
Chi mi conosce capisce il mio umore dallo stile che uso.
Adesso non ho voglia di farvi sapere se sono triste o felice, anche perché non sono né l’una né l’altra cosa.
Adesso sto premendo un pulsante.
Ogni sera mi siedo e premo un pulsante ogni 108 minuti.
Perché? Dov’è il senso?
Non so.
E’ meglio parlare di Lost…e di pulsanti da premere.
Ormai è una droga, se non guardo le mie due puntate quotidiane non sto bene…quando saranno finite suppongo che ricomincerò da capo alla ricerca dei sensi perduti.
Quelli di voi che non lo seguono non hanno idea di cosa stanno perdendo.
Perché in questo momento è la descrizione della vita più convincente che trovo in circolazione.
Non siamo noi tutti persi in un paradiso terrestre, soli e senza speranze?
Non abbiamo tutti noi il nostro personale e sporco lavoro da compiere senza che ci venga fornito un plausibile motivo per farlo?
Abbandonati nel mondo con il nostro bagaglio di esperienze, con i nostri ricordi a farci da pungolo ostile il più delle volte, riusciamo a mostrare di quello che siamo soltanto la cima dell’iceberg.
E chiunque è “altro” per noi. E siamo noi stessi “altri” per gli altri.
One of Them…siamo noi tutti “uno di loro”.
Il nemico esterno che invece di unire separa ancora di più, perché superare le nostre paure…le nostre diffidenze reciproche... è impossibile.
Nasciamo, cresciamo, viviamo e schiacciamo pulsanti ogni 108 minuti.
Nessuno ci ha mai promesso nulla, nessuno ci ha mai garantito che il nostro operare serva a qualcosa.
Abbiamo mille domande, montagne di richieste inevase, di dubbi irrisolti, di speranze frustrate ma non possiamo ottenere risposte, dobbiamo lasciare che sia
Se sono un uomo (donna eh…uomo in senso generale) di Fede ogni cosa, anche la più insignificante, si veste di un significato più alto.
Ogni cosa accade perché una Volontà superiore alla mia, piccola e inutile, decide di farla accadere.
Se sono uomo di Fede, non esiste libero arbitrio.
Agisco nell’ambito che mi è stato assegnato, sto dietro alla scrivania a premere un bottone ogni 108 minuti senza sapere nemmeno il perché.
La mia Fede non chiede, la mia Fede ubbidisce.
L’uomo di Fede sa che la sua retta condotta avrà la ricompensa nella vita dopo la morte.
Ma io che non sono uomo di Fede che faccio?
Io quale mercede riscuoto alla fine di tutto?
Sono spiacente, ma non credo nell’oltre.
Io credo nell’ora.
Con furiosa impazienza.
Perché tutto quello che io ora non vivo è perso, sprecato.
Lasciato andare nel vento.
E non torna.
Io agisco per essere felice, non a lungo termine.
Adesso.
Cicala, lo so.
La formica è sempre stata una rompicoglioni!


2 Comments:
Mi hanno sempre parlato di Metempsicosi post-mortem...ma quando scrivi queste cose mi sento la tua reincarnazione, Stefy!
Mismo pensiero!!!!(but ya know yet tha,lentiggini!)
Ahi! Mi sono data un pizzicotto per vedere se sono ancora viva...e a quanto pare la mia anima non è ancora trasmigrata.
^-^
Sarà un caso più unico che raro di Metempsicosi in vita!
Ah..ho visto che il tuo comento è apparso due volte e ne cancello uno Nic.
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