Zeno, il mio mito

Leggendo già le prime righe della Coscienza ho avuto l'immediata consapevolezza che io non sarei mai riuscita a scrivere in quel modo.
Invidia?
Beh si..una punta d'invidia c'era.
Ma soprattutto era un'osservazione mai fatta in precedenza...sarà che da quando scrivo più assiduamente mi considero ormai "collega" ( molto spesso a torto eh ) di geni assoluti come il buon Ettore.
E la cosa mi appare alquanto strana perchè mai avrei pensato a me stessa come appartenente alla categoria, almeno prima di quest'ultimo anno.
Ho maturato consapevolezza almeno, buona cosa.
Quindi la lettura procede con due occhi diversi e fusi insieme. Quello che subisce e rimane affascinato dalla profondità e poderosità dell'opera e che insaziabilmente torna a confrontarsi con essa ciclicamente per il desiderio urgente di coglierne ogni infinitesimale sfaccettatura.
C'è poi l'occhio che ammira la tecnica, la sapienza e la maestria dell'autore e che cerca di carpirne i segreti così da poter sperare in un giorno lontano di riuscire a scrivere a sua volta almeno una pallida ombra di questo capolavoro.
In definitiva, e ve lo confesso, Zeno sono io.
O almeno, gran parte del libro è stata scritta per me.
Tranne le "ultime sigarette".
A differenza del Cosini, mai e poi mai aspiro ( ehhe ) a liberarmi del mio piccolo vizio.
Ma ugualmente la mia intera esistenza è costellata da U.S. vale a dire da propositi ferrei che ho sempre tradito il prima possibile.
Mancanza di volontà o volontà di potenza?
Voler affermare ad ogni costo la mia libertà...anche verso quei proponimenti che non erano altro che miei...
La psiconalisi urge...mi pare evidente.
Sono io stessa malata, vivo e non so perchè vivo.
Agisco e la vita trasmuta il mio operato in qualcosa di diverso da quello che era il mio intento originario.
Subisco ( ah come non amo subire! ) un'infinità di costrizioni, decisioni, oppressioni dalle cose che mi circondano.
Inabile come Zeno al lavoro, condurrei la mia esistenza in mezzo ad ozi piacevoli e stimolanti.
Abitudinaria come lui, muoio là dove metto radici e non so risolvermi a mutare la mia condizione.
Amo coloro che amo con un sentimento scettico, costantemente pieno di interrogativi e dubbi.
Come se abbandonarmi ad un amore cristallino e sano fosse per me impossibile.
Però non suono il violino.
Alla prossima...vado a leggere il capitolo sul matrimonio che è quello che preferisco in assoluto
^-^


















